L’introduzione nell’armamentario terapeutico della Leucemia Mieloide Cronica (LMC) degli inibitori delle tirosin-chinasi (TKIs) non ha soltanto modificato il decorso naturale dell’emopatia ma anche rivoluzionato l’approccio terapeutico dell’ematologo clinico. 
Da un’emopatia neoplastica invariabilmente fatale si è andati incontro ad una mediana di sopravvivenza, LMC – correlata, anche molto vicina a quella della popolazione normale, con conseguente incremento della prevalenza della patologia stessa. Questo ha comportato sia un nuovo approccio terapeutico, sfociato nei criteri dello European LeukemiaNet (ELN) che una maggiore attenzione alle tossicità comportate, nel breve e nel lungo termine, dal trattamento con i TKIs. Infatti, la prevenzione, il riscontro ed il trattamento degli effetti collaterali sono uno dei maggiori fattori nel determinare sia il miglioramento della qualità di vita del paziente affetto da LMC che la sua aderenza alla terapia stessa con i TKIs. Inoltre, come nuova grande sfida per l’ematologo è sorta la gestione delle comorbidità del paziente (già presenti e/o subentranti) a causa della sua migliore sopravvivenza a lungo termine. Tutti questi fattori rendono oggi più complessa la gestione clinica e il trattamento del paziente affetto da LMC.